venerdì 26 luglio 2013

RE PIFFERO e …Il concerto per “piffero e pantegane”.



C’era una volta – o forse c’è ancora - quel re…   
Quel re di un paese che, un giorno, decise di ospitare tutte le pantegane del mondo.  
E si, fu proprio così!!!  Mentre dal regno andavano via tutti, perché cercavano fortuna altrove ed il futuro dei sudditi veniva ipotecato al monte dei pegni di proprietà di Avvelenavipere, le pantegane e le loro famigliole, dai circondari vicini, si trasferirono ad Onassas.

Anche a loro l’ospitalità del gentile sovrano, dalla cornuta corona, non era sconosciuta. Ne avevano sentito parlare e ne volevano saggiare la veridicità…

Le strade piene di rovi, e gli orti,  si trasformarono, così, nelle loro dimore.
I pochi onassassini rimasti se le trovavano dappertutto. Sui davanzali. Nelle dispense.
Di giorno approfittavano del fresco delle cantine e, di sera, lo prendevano insieme alle “comari” che davanti all’uscio delle loro abitazioni, da sempre, ne approfittavano per alleviare la calura della stagione arricchendo quei momenti con i loro pettegolezzi.
Le pantegane, da simpatici ospiti, si trasformarono, però, in invadenti, irritanti e moleste dirimpettaie e i sudditi di Onassas cominciarono ad infastidirsi della loro presenza.
Le lamentele non venivano fatte mancare e, come sempre, vennero fatte presenti al Piffero… Ma, a differenza delle tante volte nelle quali si era dimostrato interessato alle lamentele dei sudditi nei confronti dei suoi diffamatori abituali, questa volta non parve essere  convinto.
Anzi, accusò chi si lamentava di essere un impostore, al soldo di chi non lo amava. Si spinse oltre, e parlò addirittura di un complotto organizzato da nemici incapaci di amare il proprio paese e il proprio sovrano.
Allora, Re Piffero, pensò che era arrivato il momento di essere coerente con il nome prescelto  quando si insediò sul trono. Chiamò il banditore del regno. Si presentò sul solito balcone, che lo ospitava quando aveva bisogno di fare annunci al popolo, e rese pubblico il suo pensiero :
-   “… sudditi di Onassas! Quello che sta avvenendo alle mie spalle è veramente indecente. Nemici miei, e del bene del popolo tutto, stanno tramando, raccontando che in questo regno si vuole trasferire il potere alle pantegane che noi abbiamo gentilmente scelto di ospitare.
Non è così! Le pantegane il potere ce l’hanno già.
E’ da quando io siedo sul trono che, loro, hanno un ruolo importante nel decidere del vostro destino e del vostro futuro!...
Bisogna farsene una ragione e, almeno, sino a quando ci sarò io, con loro bisogna convivere, ed accettare che facciano parte della vostra vita …
Io sono il Piffero ed io decido… Ed ho deciso che per favorire la necessaria convivenza organizzerò un grande evento. Lo chiamerò il concerto per “Piffero e pantegane”. L’estate di Onassas sarà allietata.
Allevierò le vostre serate. Farò si che tutte le pantegane possano trovare in Onassas il regno dei loro sogni… Fidatevi!!!...”.
I sudditi, perplessi, lo ascoltarono.
Qualcuno, per non essere scomunicato, non si lamentò, anche se avrebbe voluto farlo.
A differenza di quell’altro regno, dove le pantegane seguirono il piffero e finirono in un fiume annegando, ad Onassas si riunirono tutte, “core a core”, nello spiazzo reale e, insieme al Piffero, primo strumento dell’orchestra, organizzarono un gran concerto per alleviare le notti stellate.
Il Piffero, delle pantegane, proprio non poteva fare a meno, ed amava sempre circondarsi della loro compagnia.
Da quel giorno i giardini reali furono ribattezzati “del concerto del piffero e delle pantegane” e, le estati di Onassas, si trasformarono in abituali luoghi di ritrovo cui non potevano mancare…
Di tutto quanto i sudditi furono grati alla capacità affabulatoria delle note del Piffero…