C’era una volta – o forse c’è
ancora - quel re…
Quel re di un paese che, un giorno,
decise di ospitare tutte le pantegane del mondo.
E si, fu proprio così!!! Mentre dal
regno andavano via tutti, perché cercavano fortuna altrove ed il futuro dei
sudditi veniva ipotecato al monte dei pegni di proprietà di Avvelenavipere, le
pantegane e le loro famigliole, dai circondari vicini, si trasferirono ad
Onassas.
Anche
a loro l’ospitalità del gentile sovrano, dalla cornuta corona, non era
sconosciuta. Ne avevano sentito
parlare e ne volevano saggiare la veridicità…
Le strade piene di rovi, e gli
orti, si trasformarono, così, nelle loro
dimore.
I pochi onassassini rimasti se le
trovavano dappertutto. Sui davanzali. Nelle dispense.
Di giorno approfittavano del
fresco delle cantine e, di sera, lo prendevano insieme alle “comari” che davanti
all’uscio delle loro abitazioni, da sempre, ne approfittavano per alleviare la
calura della stagione arricchendo quei momenti con i loro pettegolezzi.
Le pantegane, da simpatici ospiti,
si trasformarono, però, in invadenti, irritanti e moleste dirimpettaie e i
sudditi di Onassas cominciarono ad infastidirsi della loro presenza.
Le lamentele
non venivano fatte mancare e, come sempre, vennero fatte presenti al Piffero…
Ma, a differenza delle tante volte nelle quali si era dimostrato
interessato alle lamentele dei sudditi nei confronti dei suoi diffamatori
abituali, questa volta non parve essere
convinto.
Anzi, accusò chi si lamentava di
essere un impostore, al soldo di chi non lo amava. Si spinse oltre, e parlò
addirittura di un complotto organizzato da nemici incapaci di amare il proprio
paese e il proprio sovrano.
Allora, Re Piffero, pensò che era
arrivato il momento di essere coerente con il nome prescelto quando si insediò sul trono. Chiamò il
banditore del regno. Si presentò sul solito balcone, che lo ospitava quando
aveva bisogno di fare annunci al popolo, e rese pubblico il suo pensiero :
- “… sudditi di Onassas! Quello che sta avvenendo alle mie spalle è
veramente indecente. Nemici miei, e del bene del popolo tutto, stanno tramando,
raccontando che in questo regno si vuole trasferire il potere alle pantegane
che noi abbiamo gentilmente scelto di ospitare.
Non è così! Le pantegane il potere ce l’hanno già.
E’ da quando io siedo sul trono che, loro, hanno un ruolo
importante nel decidere del vostro destino e del vostro futuro!...
Bisogna farsene una ragione e, almeno, sino a quando ci sarò io, con
loro bisogna convivere, ed accettare che facciano parte della vostra vita …
Io sono il Piffero ed io decido… Ed ho deciso che per favorire la
necessaria convivenza organizzerò un grande evento. Lo chiamerò il concerto per
“Piffero e pantegane”. L’estate di Onassas sarà allietata.
Allevierò le vostre serate. Farò si che tutte le pantegane possano
trovare in Onassas il regno dei loro sogni… Fidatevi!!!...”.
I sudditi, perplessi, lo
ascoltarono.
Qualcuno, per non essere
scomunicato, non si lamentò, anche se avrebbe voluto farlo.
A differenza di quell’altro regno,
dove le pantegane seguirono il piffero e finirono in un fiume annegando, ad
Onassas si riunirono tutte, “core a core”, nello spiazzo reale e, insieme al
Piffero, primo strumento dell’orchestra, organizzarono un gran concerto per
alleviare le notti stellate.
Il Piffero, delle pantegane,
proprio non poteva fare a meno, ed amava sempre circondarsi della loro
compagnia.
Da quel giorno i giardini reali
furono ribattezzati “del concerto del piffero e delle pantegane” e, le estati
di Onassas, si trasformarono in abituali luoghi di ritrovo cui non potevano
mancare…
Di tutto quanto i sudditi furono grati
alla capacità affabulatoria delle note del Piffero…