domenica 1 novembre 2015

“ Piffero”… “È turnato ’o Re …



Sere fa, a tavola con amici, la conversazione si è addentrata attraverso i sentieri scoscesi della "storia". Quella che, spesso, tenta di ripetersi e si trasforma in farsa. Si parlò di burocrazia e del Regno delle due Sicilie, di diritti trasformati in favori e moneta di scambio, e venne in mente il libro di Federico de Roberto “I Viceré” (1894). Si è parlato anche di favole e personaggi di quel regno chiamato Onassas (la farsa)… e della loro caricaturale “somiglianza” con i Viceré...  

C’era una volta quel Re… 

[Re Piffero, Sculetta e Capatesa] … Chi poteva negare ai Viceré ciò che essi volevano? La loro volontà non doveva esser legge per tutti? Non possedevano essi tutti i mezzi materiali e morali per vincere gli ostacoli e le resistenze? Avevano clientele dappertutto, tra i borbonici e i liberali, in sacrestia e in tribunale: i nobili erano con loro per solidarietà, gli ignobili per rispetto: ognuno doveva essere superbo e lieto di render loro servizio. [Si] … Sapeva com'eran fatti … quando s'incaponivano in un'idea, neanche a spaccargli la testa li potevan rimuovere; erano dei Viceré, la loro volontà doveva far legge! Ma da un giorno all'altro, quando uno meno se l'aspettava, senza perché, cangiavano di botto; dove prima dicevano bianco, affermavano poi nero; mentre prima volevano ammazzare una persona, questa diventava poi il loro migliore amico...
[Re Piffero] … Sentiva che le accuse di aristocrazia non lo pregiudicavano molto presso la gran maggioranza di un popolo educato da secoli al rispetto ed all'ammirazione dei signori, quasi orgoglioso del loro fasto e della loro potenza. Per lui, il buon popolo che si lasciava taglieggiare dai Viceré era stato pervertito da false dottrine, da sciocche lusinghe …
   [Re Piffero] … Sentiva che le accuse di aristocrazia non lo pregiudicavano molto presso la gran maggioranza di un popolo educato da secoli al rispetto ed all'ammirazione dei signori, quasi orgoglioso del loro fasto e della loro potenza. Per lui, il buon popolo che si lasciava taglieggiare dai Viceré era stato pervertito da false dottrine, da sciocche lusinghe …
[Appendiquadri e la Giunta]… I galoppini, per suo ordine, rimorchiavano lassù, adescati dal marsala e dai sigari, dalla curiosità di entrare nel palazzo dei Viceré, gonfi dell'importanza a cui erano assunti d'un tratto, individui di tutte le classi, bottegai, scrivani, uscieri, trattori, barbieri, gente più umile ancora, servi, guatteri, tutte le infime persone che per aver messo una firma dinanzi al notaro tenevano nelle loro mani una frazione della sovranità. Egli stringeva tutte quelle mani, [non esitava a dispensare baci su entrambe le guance] accoglieva tutta quella gente con un «grazie dell'adesione!», dava del lei sopra e sotto; essi andavano via incantati, accesi d'entusiasmo, protestando: «E lo dicevano superbo! Un signore tanto alla mano!...».
[Capatesa ] … Consigliava [e sperava] di mettersi nei loschi affari del deputato, di vendere la propria autorità, di farsi pagare gli atti che era in dovere di compiere; e ciò senza scrupoli, come una cosa naturalissima...
[Re Piffero in carriera] “… Io stesso, il giorno che mi proposi di mutar vita, non vissi se non per prepararmi alla nuova. Ma la storia … è piena di simili conversioni repentine, di simili ostinazioni nel bene e nel male... Io farei veramente divertire Vostra Eccellenza, scrivendole tutta la cronaca contemporanea con lo stile degli antichi autori: Vostra Eccellenza riconoscerebbe subito che il suo giudizio non è esatto. No, la nostra razza non è degenerata: è sempre la stessa”.
C’era una volta e continua ad esserci quel Re,imbroglione, vigliacco e meschino … ipocrita fariseo, che minaccia i deboli, ricatta i bisognosi, approfitta degli infermi giocando con la loro dignità…

( https://www.facebook.com/nicola.trotta/videos/10153708550349127/
Citazioni tratte da “I Viceré” di Federico De Roberto. I protagonisti “… sono accomunati da una grande sete di potere, dall'avidità e dalla meschinità. Essi non esitano a compiere atti di corruzione e malefatte pur di raggiungere i loro machiavellici piani.” (Fonte blog Bachecaebookgratis).
…Poi, vi sono altri protagonisti, non della storia ma delle “favole”. Protagonisti che vorrebbero apparire nobili e signorili, colti e generosi ma ogni loro gesto, ogni loro azione, testimonia volgarità ed ignoranza, spregiudicatezza, cinismo e “delinquenza”.
Restano ciò che sono, incapaci di trasformarsi in ciò che vorrebbero, nonostante lo sforzo di apparire diversi.